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2 novembre 2011
di Maurizio Boscarol
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Molotov sulla sede parigina di Charlie Hebdo

charia hebdo

Uno dei miei giornali satirici di riferimento, Charlie Hebdo, è stato vittima di un attentato nella notte fra il 1° e il 2 novembre. Una molotov è stata lanciata verso la sede parigina del settimanale, distruggendo a quanto pare le attrezzature. Contestualmente, il sito è stato piratato ed è attualmente inaccessibile.

La ragione: l’annunciato numero odierno dedicato alla decisione libica di fondare il diritto di quel paese sulla Sharia, la legge islamica. Non una cosa che abbia entusiasmato neanche noi. Applicando le semplici regole della satira, che evidentemente da qualche parte danno ancora fastidio, il settimanale è stato “diretto per un numero da Maometto”, e trasformato in “Charia Hebdo”. All’interno, varie rubriche adattate parodisticamente per rispecchiare il punto di vista islamico. Nella copertina, che ripubblico qui a fianco, il grande Luz disegna un Maometto con un copricapo vagamente a forma di glande che allegramente proclama: “100 frustate se non siete morti dalle risate”.

Satira pura e semplice: siamo abituati a dire ben di peggio della religione cattolica senza che questo dia vita a nient’altro che a qualche dibattito, che magari ci fa anche bene. Evidentemente, la libertà di espressione non si applica in egual misura a tutte le religioni. Giova tenerlo presente. Ovviamente, si tratta del gesto di un piccolo gruppo, che non va generalizzato né attribuito automaticamente ai musulmani, e tutte le necessarie cautele che si applicano ad eventi analoghi. La discussione però si pone: non mi risulta che simili gruppi propensi a compiere gesti violenti si attivino nel caso delle prese in giro ai mormoni, agli induisti, agli animisti, ai cattolici, agli ortodossi, ai buddisti, agli scintoisti. Perché? Charlie Hebdo era già finito nell’occhio del ciclone (e il suo allora direttore Philippe Val sotto processo, finito con l’assoluzione) nel 2006 per aver ripubblicato le famose vignette danesi su Maometto. Altro episodio, quello, che non pare avere equivalenti per simili prese in giro riguardanti altre religioni.

In bocca al lupo alla redazione di Charlie Hebdo, ma in bocca al lupo soprattutto alla libertà di espressione: che non è soltanto un diritto cui siamo abituati. E’ anche una cartina di tornasole che ci aiuta a capire dove abbiamo un potenziale problema.