No, non stiamo parlando di Libero e Il Giornale. Potremmo, ma perché guastarci la giornata?
Stiamo parlando di questa simpatica abitudine, diffusa in tutto il mondo (qui sopra l’esempio – vero – di Repubblica), di spacciar per notizie i dispacci degli uffici stampa delle aziende. Delle case discografiche, delle case editrici.
I prodotti culturali (libri, dischi, film) vanno spinti assolutamente quando escono. Se se ne parla appena un po’ dopo, magari perchè ci sono notizie più fresche o importanti, allora il lancio (e le vendite) ne risente. Conta l’effetto accumulo. Ecco che tutti i quotidiani, allora, quando esce un disco che viene giudicato (non dai giornali, ma dalle case discografiche) di punta, obbediscono come soldatini e si dedicano al lancio. In questo caso, dei Baustelle. Buon per loro. Anche se io, a sentirmi dare del flaneur, un po’ m’incazzerei.
Come dite? Così non si distingue più fra giornalismo e ufficio stampa? Maliziosi. Vi amo perché siete così. Malfidati e quasi sempre nel giusto.